La premier Giorgia Meloni ha posto la prima pietra per il suo progetto di rendere l’Italia un hub energetico tra Ue e Nord Africa.
Il progetto Mattei per l’Italia sarebbe “cruciale” per renderla sicura dal punto di vista energetico. Ma utile anche per l’Ue per colmare il “vuoto” che hanno lasciato Russia e Cina. La premier Giorgia Meloni è tornata soddisfatta dall’Algeria per gli accordi conclusi. Il paese nordafricano è diventato il primo fornitore di gas per l’Italia e potrebbe diventare il principale partner per il Piano Mattei, il progetto di Meloni per rendere il nostro paese un hub energetico dell’Ue e una “porta sull’Europa” per l’Africa.
Un progetto a lungo termine per questo governo, con “orizzonte di legislatura”, che pone i primi mattoni con questa visita ufficiale della presidente del Consiglio ad Algeri dove ha firmato le cinque intese con lo stato nordafricano. Le cinque intese vertono su più campi, dall’energia alle imprese passando per lo spazio. Una dichiarazione congiunta per rafforzare le relazioni tra i due paesi in campo politico, economico e culturale e quattro accordi privati tra Eni e la Sonatrach, l’omologa algerina su idrogeno e riduzione dei gas serra.
L’Italia ponte tra Ue e Algeria
La premier ha firmato con il presidente della Repubblica algerina, Abdelmadjid Tebboune un Memorandum d’Intesa Eni-Sonatrach sulla collaborazione tecnologica nella riduzione del gas flaring (combustione del gas), la valorizzazione e altre tecnologie per la riduzione delle emissioni
L’Italia e il paese dell’area più stabile da più punti di vista hanno stretto il rapporto fra le imprese, infatti il presidente di Confindustria Bonomi ha siglato un’intesa con il suo omologo algerino sulla cooperazione industriale, aerospaziale, digitale, navale. Ma la questione più importante è quella energetica. L’Algeria vuole diversificare la sua produzione di idrogeno e rinnovabili e ha bisogno di connettersi con l’Europa e ha colto la possibilità dell’Italia di fare da ponte tra l’Algeria e l’Ue.
Meloni vuole coinvolgere anche altri paesi africani, anche meno stabili dell’Algeria, e ovviamente l’Europa. La premier nel bilaterale ha messo sul tavolo tre argomenti fondamentali, oltre all’approvvigionamento energetico anche la necessità di arginare Russia e Cina “la cui presenza è aumentata in Africa con elementi di destabilizzazione evidenti, come la presenza della Wagner”; e gli effetti positivi che una cooperazione “non predatoria” avrebbe sui Paesi da cui arrivano i flussi più importanti di migranti.
Questo tema sarà oggetti di discussione del prossimo consiglio europeo del 9-10 febbraio. Giorgia Meloni avverte Bruxelles del rischio di concorrenza sleale da parte di alcuni paesi con maggiore disponibilità fiscale come la Germania in vista del piano che sta per mettere in campo la Commissione per contrastare la concorrenza sleale statunitense.